L’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari: la riflessione dell’AMP

Mettere in discussione l’obbligo vaccinale in generale, e tra i professionisti sanitari in particolare, è un tabù che ostacola un dibattito invece necessario.

La letteratura scientifica indica l’utilità della vaccinazione in termini di efficacia, sebbene vi siano ancora interrogativi in merito alla durata di quest’ultima.

Non vi sono ancora, però, sufficienti evidenze che la sola vaccinazione annulli il rischio di contagio — rimane dunque necessario utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI), oltre a procedere col tracciamento dei contatti, e a porre attenzione alla salubrità e all’areazione degli ambienti di vita, di lavoro e di socialità. Lo stesso vale nelle strutture sanitarie, dove l’utilizzo costante dei DPI adeguati è stato in grado di ridurre drasticamente il rischio di contagio, anche prima che i vaccini fossero disponibili.

D’altro canto, la campagna vaccinale risulta carente per le persone più a rischio e che vogliono essere vaccinate. Concentrare l’attenzione sul personale sanitario che, al contrario, non vuole la vaccinazione rivela una visione limitata del problema, che ignora l’effetto di numerosi altri fattori in termini di salute pubblica, che siano legati alla campagna vaccinale stessa — criticità logistiche e di definizione dei gruppi prioritari, carenza dei vaccini, esclusione di alcune categorie di persone (tra cui i migranti irregolari, almeno in Regione Lombardia) — o meno — utilizzo dei DPI non sempre adeguato e ottimale anche nelle strutture sanitarie e mancato tracciamento dei contatti.

L’obbligo vaccinale per i professionisti sanitari sembra porsi nel solco di un modus operandi caratterizzato dal colpevolizzare la singola persona, le cui azioni vengono rappresentate come ragione principale dell’incremento dei contagi e del disastro sanitario e sociale. Continua a leggere

Bastardi senza gloria

È di qualche giorno fa la notizia che, con ogni probabilità, Regione Lombardia affiderà alle associazioni e al privato sociale la vaccinazione anti-Sars-Cov-2 per tutte quelle persone che si trovano in una situazione amministrativa irregolare.
O meglio, per ora si parla solo di persone senza fissa dimora e/o in possesso di codice STP.
Peccato che non tutte le persone irregolarmente presenti in Italia abbiano necessariamente un STP, e peccato che al sistema di prenotazione non possano accedere neanche le persone che si stanno regolarizzando mediante sanatoria. Le maglie della penosa burocrazia in materia di immigrazione sono fitte, le situazioni che possono verificarsi tra la regolarità e l’irregolarità sono molteplici e complesse.

Che Regione Lombardia non si sia preoccupata della vaccinazione per tutte queste persone, non è certo una cosa sorprendente, dal momento che sono decenni che fa di tutto per disinteressarsene a più livelli. Sconcerta però il discorso pubblico attorno a questo improvviso interesse: lo possiamo davvero definire un’apertura, una conquista di civiltà? Continua a leggere

VOGLIAMO TUTTO! #8 Cultura

L’ intervento sulla cultura può contemporaneamente innescare sviluppo economico ed essere fattore di coesione e di inclusione e, quindi, di sostenibilità sociale: un benessere che aiuta anche la nostra salute.
Un approccio strategico dello sviluppo territoriale basato sulla risorsa cultura ha mostrato numerose potenzialità. La politica di coesione può, infatti, contribuire a sostenere processi di valorizzazione integrata del patrimonio culturale, materiale e immateriale. Continua a leggere

VOGLIAMO TUTTO! #7 Lavoro e reddito universale


La rabbia sociale è un aspetto che la storia ha sempre legato alle epidemie e alle carestie.
Spesso, per capirne le ragioni, servono i numeri, crudi. In Italia esistevano 3,2 milioni di lavoratori precari nel dicembre 2019, prima della tempesta epidemica che, in moltissimi casi, li ha travolti. Esisteva poi una platea di almeno 3,7 milioni di persone formata dai lavoratori irregolari, ossia da coloro che lavorano senza essere messi in regola dal punto di vista contrattuale, fiscale o contributivo. Continua a leggere

VOGLIAMO TUTTO! #6 Dignità e rispetto


Vedere calpestati la propria dignità e il rispetto per la propria persona nuoce gravemente alla salute.
Subire svalutazioni delle proprie competenze, ottenere mansioni meno pagate “perché sei donna”, non poter decidere in serenità una gravidanza perché ricattate dalla minaccia della perdita del lavoro… sono tutti fattori che mettono alla prova la nostra salute psichica e il nostro benessere.
Quanto possa fare male alla nostra salute subire percosse e violenze da una persona a noi vicina (un familiare, un compagno…) senza potersi sottrarre a questa tortura, magari perché non abbiamo le risorse economiche per farlo, non ha bisogno di essere spiegato.
Le violenze psicologiche, il ricatto economico, la distruzione sistematica dell’autostima, il controllo ossessivo, l’isolamento progressivo, anche se non accompagnate da violenza fisica, non fanno meno male alla nostra salute, anzi…
Tutto questo è drasticamente peggiorato con la pandemia. Continua a leggere

VOGLIAMO TUTTO #5 Rispetto per la fragilità

Le persone, quando raggiungono una certa età, si trovano davanti ad una contraddizione interessante: da una parte rappresentano per la nostra società la “parte morta”, in quanto non più produttiva, dall’altra sono il target di un crescente interesse del sistema capitalistico come fruitori di servizi dedicati alla terza/quarta età.
Questa contraddizione si evidenzia nella sempre più florida industria delle RSA, dove l’improduttivo anziano viene recluso in attesa del fine vita.
A fine 2017, nelle RSA e RSD (residenze per disabili) operavano 1.271 imprese, 702 delle quali private e profit e 569 non profit. I quattro quinti del settore sono gestiti da istituzioni pubbliche e Onlus; l’offerta dei privati profit, però, è in costante crescita e ha colmato in parte l’uscita del privato non profit, i cui operatori generalmente di dimensioni modeste.
Nel settore è in corso un forte fenomeno di concentrazione che ruota intorno a pochi gruppi, tra i quali KOS del gruppo CIR-De Benedetti con il marchio Anni Azzurri, Tosinvest degli Angelucci con le residenze San Raffaele, Sereni Orizzonti della famiglia Blasoni. Ma dalla Francia sono già arrivati i giganti quotati Korian e Orpea, i primi due operatori mondiali con un fatturato combinato di 7,35 miliardi nel 2019, quasi 400 milioni di utili netti e patrimonio immobiliare aggregato di oltre 8 miliardi. Continua a leggere

VOGLIAMO TUTTO! #4 Ambiente

Partiamo da una domanda che non vuole essere provocatoria, né intende sottovalutare il pericolo rappresentato dal contagio del coronavirus: perché si resta così terrorizzati da questo virus e pressoché indifferenti di fronte alle stime dei decessi prematuri che l’OMS attribuisce direttamente alle patologie indotte dall’inquinamento atmosferico? Eppure, stiamo parlando di 790.000 morti all’anno solo in Europa, di cui una fetta consistente (circa 80.000) in Italia. Forse perché non è corretto contrapporre morti certe a semplici stime? Nemmeno se la fonte è più che autorevole e queste stime sono ricavate da rigorose analisi epidemiologiche continuamente aggiornate?

La verità è che il rischio di contrarre tumori o malattie respiratorie dalle sostanze tossiche disperse in atmosfera è accettato come un rischio remoto, che toccherà sempre a qualcun altro e non a noi. E che, quando anche vi fosse piena consapevolezza dei pericoli a cui andiamo incontro semplicemente uscendo di casa e immergendoci nel “bagno” quotidiano dei veleni derivanti dal traffico e dalle attività industriali, consideriamo questo rischio come un prezzo necessario da pagare al progresso. Ma morire per il progresso, per un modello di sviluppo ormai insostenibile, è forse più dignitoso che morire per un contagio da virus? Continua a leggere