Le “sporche frontiere” d’Europa, dai Balcani al Mediterraneo
presentiamo il libro di Duccio Facchini e Luca Rondi domenica 11 giugno alle ore 18 presso l’occupazione di via Fracastoro 8 a Milano
Le “sporche frontiere” d’Europa, dai Balcani al Mediterraneo
presentiamo il libro di Duccio Facchini e Luca Rondi domenica 11 giugno alle ore 18 presso l’occupazione di via Fracastoro 8 a Milano
È di qualche giorno fa la notizia che, con ogni probabilità, Regione Lombardia affiderà alle associazioni e al privato sociale la vaccinazione anti-Sars-Cov-2 per tutte quelle persone che si trovano in una situazione amministrativa irregolare.
O meglio, per ora si parla solo di persone senza fissa dimora e/o in possesso di codice STP.
Peccato che non tutte le persone irregolarmente presenti in Italia abbiano necessariamente un STP, e peccato che al sistema di prenotazione non possano accedere neanche le persone che si stanno regolarizzando mediante sanatoria. Le maglie della penosa burocrazia in materia di immigrazione sono fitte, le situazioni che possono verificarsi tra la regolarità e l’irregolarità sono molteplici e complesse.
Che Regione Lombardia non si sia preoccupata della vaccinazione per tutte queste persone, non è certo una cosa sorprendente, dal momento che sono decenni che fa di tutto per disinteressarsene a più livelli. Sconcerta però il discorso pubblico attorno a questo improvviso interesse: lo possiamo davvero definire un’apertura, una conquista di civiltà? Continua a leggere
Segnaliamo questo articolo dal sito di Nicoletta Poidimani, che a sua volta riporta la traduzione di un testo di All African Women’s Group, che sta circolando in forma di appello.
Ne riportiamo alcuni passaggi, e segnaliamo che chi volesse sottoscrivere questo appello può farlo scrivendo alla mail aawg02@gmail.com.
Un breve report della giornata a Rogoredo di martedì 10 giugno, quando circa cinquanta migranti sono arrivati alla stazione nell’ignoranza e nello sconcerto della prefettura milanese.
Tutto inizia da un passaparola: un compagno, passando da Rogoredo, vede un gruppo di migranti sul marciapiede davanti alla stazione e ci contatta. Noi arriviamo verso l’una.
La situazione che ci si presenta è sconcertante: una cinquantina di persone accasciate al suolo senza scarpe, con vestiti sporchi e stracciati e in visibile stato di malessere generalizzato. Compriamo acqua e cibo, e cominciamo a parlare con loro per capire chi sono e da dove vengono.
Sono tutti uomini, giovani, vengono principalmente dall’Africa Subsahariana, Gambia, Mali, Nigeria, Ghana, Sudan, Senegal e uno dal Bangladesh. Sono arrivati il 9 giugno a Taranto, con uno dei mille sbarchi, tra questi c’erano anche una decina di ragazzi che venivano da una delle barche naufragate, dove avevano visto morire donne, bambini e parenti.