Crimini di pace: Elena, arsa viva in un reparto psichiatrico

Riportiamo il comunicato del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud in merito alla morte di Elena, ragazza di diciannove anni, bruciata viva mentre era legata a un letto di contenzione in SPDC a Bergamo.

Il 13 agosto, nell’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, divampa un incendio. A seguito di ciò muore una ragazza di diciannove anni, legata ad un letto di contenzione. Il suo nome è Elena. La direzione sanitaria si affretta, attraverso gli organi di stampa, a giustificare la contenzione come forma di tutela esercitata proprio “a beneficio” della paziente, rea di aver precedentemente tentato il suicidio. Continua a leggere

“Storia di Antonia”, su Radio Wombat

Antonia Bernardini muore nel 1974 a causa delle ustioni riportate per l’incendio del letto di contenzione sul quale era legata da 43 giorni nell’OPG di Pozzuoli. La sua vicenda, raccontata nel libro “Storia di Antonia; Viaggio al termine di un manicomio”, è l’occasione per attualizzare il dibattito sull’autoritarismo psichiatrico e giudiziario di oggi e di ieri.

Qui l’intervista su Radio Wombat fatta dal Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud ad Antonio Esposito, autore del libro insieme a Dario Stefano dell’Aquila.

Solidarietà al collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud

In seguito ai fatti qui riportati, ci uniamo a tutte le realtà che hanno già espresso la loro solidarietà al collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa, e ai due compagni sotto processo.

Molto ci lega ai compagni e alle compagne del collettivo Artaud: difficile riassumerlo in poche righe di comunicato.

Quello che qui ribadiamo è che il lavoro decennale, instancabile del collettivo Artaud è stato – ed è tutt’ora – per noi più di uno stimolo alla riflessione: è uno sguardo indispensabile che scava sotto l’apparente neutralità delle istituzioni mediche e psichiatriche, è un posizionamento quotidiano, concreto e politico.

Sempre al vostro fianco, con tutta la solidarietà, la stima e l’affetto che ci legano a voi

Un abbraccio collettivo

Ambulatorio Medico Popolare