Dal 1994 L’AMP cura tutt*…

…adesso l’Amp ha bisogno della tua cura

Dal 1994 l’ambulatorio medico popolare porta avanti la battaglia per l’accesso alle cure e per il diritto universale alla salute, garantendo visite mediche gratuite a chi non può accedere al sistema sanitario pubblico e combattendo contro la privatizzazione e la mercificazione della sanità.

Durante il lockdown coerenti con questo percorso abbiamo tenuto aperto l’ambulatorio visite per assicurare la continuità delle cure ai nostri pazienti.

Purtroppo durante questi mesi -e temiamo per molto tempo a venire- sono venute meno tutte le fonti di sostegno economico (cene sociali, tanghi solidali, mercatini e aperitivi benefit) che ci hanno permesso fino ad ora di proseguire l’attività.

Quanto ci serve e per cosa: l’ambulatorio ha un bilancio molto contenuto, in questi anni abbiamo infatti dimostrato come possano essere garantite le cure a costo quasi zero. Per le bollette, l’indennità di occupazione a prezzo “politico” che paghiamo alla proprietà dello spazio, il compenso per la colf che ci tiene la sede pulita e sanificata
ci servono circa 4000€ annui.

Come puoi aiutare l’AMP?

* sottoscrizione tramite Paypal o con bonifico… in cambio della tua solidarietà riceverai un buono che potrai usare alla prima iniziativa che programmeremo (una bevuta, un libro, un oggetto a tua scelta del nostro mercatino…)

Per sottoscrizioni tramite bonifico chiedici istruzioni mandando una mail a donazioni.amp@inventati.org

* hai un locale, una associazione, uno spazio in cui puoi svolgere iniziative? puoi tenere un barilotto per l’amp x raccogliere sottoscrizioni o organizzare una serata solidale in cui una piccola percentuale di ciascun ingresso o consumazione viene devoluto all’amp, contattaci

riflessioni quarantene

Proponiamo una seconda puntata di rassegna stampa di materiali che crediamo utile leggere e conservare

Gianni Barbacetto: Sanità pubblica/sanità privata. La sproporzione

Coordinamenta: la corona va al più bello

Nicoletta Poidimani: per immunizzarci dal gregge

Medicina democratica: non andrà tutto bene

Attac: rimaniamo a casa ma non rimaniamo in silenzio

e infine segnaliamo un’altra raccolta di riflessioni e spunti su Lost

“Storia di Antonia”, su Radio Wombat

Antonia Bernardini muore nel 1974 a causa delle ustioni riportate per l’incendio del letto di contenzione sul quale era legata da 43 giorni nell’OPG di Pozzuoli. La sua vicenda, raccontata nel libro “Storia di Antonia; Viaggio al termine di un manicomio”, è l’occasione per attualizzare il dibattito sull’autoritarismo psichiatrico e giudiziario di oggi e di ieri.

Qui l’intervista su Radio Wombat fatta dal Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud ad Antonio Esposito, autore del libro insieme a Dario Stefano dell’Aquila.

Guai ai poveri!

“… Una brutta diagnosi diventa immediatamente lotta per la sopravvivenza fisica ed economica – i tempi della vita biologica e le forme della riproduzione sociale, si rivelano nel loro nudo intreccio. Pochi altri terreni sono più immediatamente politici di questo.
Eppure la sinistra di classe, i movimenti, lo hanno spesso snobbato pur essendo chiaro, fin dagli anni ’70, che la figura del salario, nella sua nuova dimensione sociale, vedeva le prestazioni del welfare assumere un ruolo via via più centrale in una configurazione moderna dell’idea di reddito.

Ma che succede quando si entra nel tunnel della malattia?
La via crucis, di solito, comincia con la diagnostica a pagamento.
Esperienza comune, quella del medesimo esame che il pubblico offre in 8/12 mesi e il privato il giorno dopo a pagamento, magari nella stessa struttura.
Là, immediatamente il destino del malato biforca le sue direttrici: sommersi e salvati si definiscono sulla base di una Tac e di una carta di credito. In alternativa il “viaggio al termine della notte” può iniziare con l’ingresso al Pronto Soccorso, un locale generalmente scassato e insalubre, che ti accoglie senza troppi infingimenti, rivelandosi subito per ciò che è…”

continua a leggere su labottegadelbarbieri

Il caso Tamiflu e la reputazione di Big Pharma

“La Tamiflu Story è una brutta storia fatta di conflitti d’interessi, di opacità e di manipolazione dei dati scientifici a scopo commerciale, di comportamenti elusivi, al limite della complicità da parte di istituzioni scientifiche e di controllo. Ma è anche una bella storia per chi si è battuto per anni nella ricerca della verità”.

Segnaliamo questo articolo di Gavino Maciocco su Salute Internazionale.