Cosa si nasconde dietro il “ritorno volontario”

Segnaliamo questo articolo dal sito di Nicoletta Poidimani, che a sua volta riporta la traduzione di un testo di All African Women’s Group, che sta circolando in forma di appello.

Ne riportiamo alcuni passaggi, e segnaliamo che chi volesse sottoscrivere questo appello può farlo scrivendo alla mail aawg02@gmail.com.

… Il “ritorno volontario” viene presentato come un’alternativa alla deportazione obbligata o “alla miseria… alla prospettiva che i nostri figli vengano affidati ai servizi sociali, o a quella di mesi o anni di detenzione”. Molte di quelle che fanno parte della nostra organizzazione vengono perseguitate e minacciate perché firmino e siano d’accordo a ritornare. Su una di noi è stata usata pressione mentre si trovava su un letto di ospedale.

… Ritornare “volontariamente” non vuol dire che si è protette dalla violenza. Al governo importa così poco che nemmeno controlla quello che succede alla gente. Refugee Action, che prende fino al 16.000.000 di sterline l’anno per amministrare il criticatissimo “Servizio di ritorno volontario assistito per scelta”, ha documentato come la gente venga perseguitata al suo ritorno.

… Questa nuova politica del “ritorno volontario” fa parte integrante dell’ambiente ostile del governo e le organizzazioni di base nelle comunità, da cui le/i richiedenti asilo dipendono come una scialuppa di salvataggio, vengono reclutate per aiutare a deportarci. Progetti per il “ritorno volontario” vengono introdotti in tutta Europa per coprire la brutalità delle deportazioni di massa. 

… Come donne, la nostra sofferenza è più intensa  perché, tanto per cominciare, siamo più povere, abbiamo avuto meno probabilità di imparare l’inglese e siamo traumatizzate e stigmatizzate perché affrontiamo stupro e altra violenza.  Siamo spesso madri e altre prestacure con la responsabilità per altri preziosi essere umani che dipendono da noi per la loro protezione.  Funzionari che non hanno nessuna esperienza o interesse a valutare quello che abbiamo sofferto e che ricevono incentivi per soddisfare gli obiettivi di deportazione non ci danno ascolto.  Questi funzionari sono addestrati ad applicare l’ambiente ostile, a essere irrispettosi e a ignorare le nostre necessità.  Black Women’s Rape Action Project e Women Against Rape hanno documentato il sessismo e il pregiudizio istituzionali nelle decisioni sugli asili politici.  Ma quando, con l’aiuto di un avvocato responsabile, possiamo presentare il nostro caso davanti a un giudice di tribunale, spesso vinciamo il diritto a rimanere. 

… Tutte abbiamo il diritto di rimanere. Trilioni vengono rubati dall’Africa e da altri paesi del Terzo Mondo.  Abbiamo sofferto abbastanza attraverso la conquista coloniale, il commercio degli schiavi, le guerre per procura, le dittature sostenute dall’Occidente, le occupazioni, gli stupri e altre torture… e durante i lunghi, pericolosi viaggi per arrivare nel Regno Unito.  Ogni bomba che cade sulle popolazioni dappertutto crea morte, distruzione e rifugiati. Fino a quando alla maggior parte della gente viene negato l’accesso alla ricchezza del mondo, a milioni noi cercheremo dei posti – altri villaggi, città o paesi – dove possiamo avere abbastanza per dar da mangiare alle nostre famiglie.