Racconti da Ventimiglia

“…Corre voce di uno sgombero del campo a giorni. Ci chiediamo cosa farebbe la polizia delle persone eventualmente cacciate.

Finora la polizia gestisce i corpi dei profughi portandoli all’hot spot, che è un centro di identificazione ma non di detenzione.

Dato che qui in liguria hot spot non ce ne sono, portano il profugo in Sicilia, il che per il trasportato equivale a tornare alla casella iniziale nel gioco dell’oca.

Ciò con bus ed aerei, gran spiegamento di forze per evitare resistenze.

Ovviamente poi si riparte. I poliziotti (…)  fanno pianamente ciò che stabilisce la legge anzi l’accordo di Malta del settembre 2015: ogni volta che fermano uno straniero diretto alla frontiera gli prendono (o tentano di prendergli) le impronte digitali. Le impronte vengono poi scannerizzate e diffuse a tutte le polizie d’Europa, col dato del fermo e di dove il profugo è stato fermato; ciò diventa l’incancellabile numero di matricola dell’essere umano che ha quel dito.

Se il nostro profugo digitalizzato viene poi fermato a Lione, dal suo dito la polizia di lì risale all’hot spot a cui è approdato nel suo viaggio, e di mano in mano (di poliziotti) viene riportato all’hot spot di partenza…”

Volentieri segnaliamo gli ottimi reportage da Ventimiglia pubblicati su effimera.org

http://effimera.org/racconti-ventimiglia-lia-antonio-nicola-roberto/