Foggia, bus solo per immigrati

Le due 24 non avranno la stessa fermata: per gli immigrati sarà possibile salire al centro di accoglienza e giungere al capolinea della stazione ferroviaria di Foggia, mentre i residenti di Borgo Mezzanone saliranno nel centro abitato e scenderanno in via Galliani, a circa trecento metri e nei pressi della villa comunale. L’iniziativa segue quella istituita il 19 marzo per i collegamenti del Cara di Bari, che serviva ad evitare agli immigrati un tragitto di quasi tre chilometri per raggiungere la prima fermata utile. A Borgo Mezzanone la situazione è differente: il centro di accoglienza, che dovrebbe ospitare 550 persone, ne accoglie circa 800 e più volte si sono verificati episodi d’intolleranza da parte degli abitanti della borgata, stanchi di furti e molestie da parte degli immigrati. Più volte, gli autisti degli autobus sono stati aggrediti e hanno fatto richiesta di automezzi della polizia a scorta dei pullman di linea.

Le linee diverse sono state istituite per motivi di ordine pubblico. Polemica l’Acsi, l’associazione delle comunità straniere in Italia, a Foggia presieduta dal tunisino Habib Ben Sghaier: “L’integrazione non si fa così. Non posso credere che la prefettura abbia avallato una decisione simile. Questo è razzismo. Forse l’istituzione della nuova linea giunge perché gli abitanti di Mezzanone sono elettori e a giugno ci sono le amministrative”. Borgo Mezzanone, però, è una frazione di Manfredonia, seppur più vicina a Foggia, dunque l’elezione del sindaco di Foggia c’entra poco. E proprio il primo cittadino Orazio Ciliberti chiarisce: “Non parliamo di razzismo, ma di opportunità di creare un servizio migliore. Nessuno impedisce agli immigrati del centro di accoglienza di percorrere due chilometri in più, arrivare nella frazione di Borgo Mezzanone e prendere il bus che parte di lì e arriva in centro. Alla base della decisione – continua Ciliberti – ci sono gli attriti tra immigrati e residenti a Mezzanone”.

[Fonte: http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/immigrati-foggia/immigrati-foggia/immigrati-foggia.html]

Denunciata dai medici dopo il parto

 
Al Fatebenefratelli di Napoli è stata applicata la normativa prevista dal pacchetto sicurezza della Lega. Senza che sia ancora entrata in vigore. Dopo l’approvazione del Senato, infatti, un centinaio di parlamentari si è opposto al pacchetto di emendamenti che include la denunciabilità dei sans papier da parte dei medici, la loro impossibilita’ a riconoscere i propri figli e la legalizzazione delle squadracce sbrigliate nelle città.

“Un caso illegittimo, gravissimo”, denuncia l’avvocato napoletano Liana Nesta. “Delle due l’una – aggiunge il legale – o nell’ospedale napoletano Fatebenefratelli c’è un medico o un assistente sociale più realista del re che ha messo in pratica una legge non ancora approvata dagli organi della Repubblica; oppure qualcuno ha firmato un abuso inspiegabile ai danni di una madre e cittadina”.
Aggiunge l’avvocato Nesta: “Siamo di fronte a un’iniziativa senza precedenti. Non è mai accaduto che una donna extracomunitaria, che si presenta al pronto soccorso con le doglie, ormai prossima al parto, venga segnalata per l’identificazione”, spiega pacatamente Liana Nesta. E aggiunge: “Come se non bastasse, K. non ha potuto allattare suo figlio nei suoi primi giorni del ricovero: lo ha visto per cortesia di alcuni sanitari che glielo hanno adagiato tra le braccia, ma non ha potuto allattarlo”. La Nesta è una legale impegnata da anni nelle rivendicazioni dei diritti essenziali, al fianco di immigrati o di parenti di innocenti uccisi dalle mafie. L’ultima condanna, in ordine di tempo, la Nesta l’ha ottenuta a dicembre scorso, come avvocato di parte civile, per i killer di Gelsomina Verde, la ragazza innocente assassinata e poi data alle fiamme dai sicari di Scampia.

L’ospedale fornisce una versione edulcorata della vicenda:  “nessuno ha denunciato la puerpera, ma ci si è attivati ai sensi degli obblighi relativi al riconoscimento del nascituro sanciti dall’articolo 250 del Codice Civile”. L’ospedale si rifà ad una circolare che impone al direttore sanitario di garantire l’identificazione della madre, in mancanza di un valido documento di riconoscimento, anche facendo ricorso alle autorità. Secondo il primario di Ginecologia, Pietro Iacobelli, la donna avrebbe esibito solo la fotocopia di un passaporto scaduto.

Eppure le affermazioni del personale ospedaliero non convincono, specialmente la legale di Kante, che sostiene: “E’ stata accompagnata all’ospedale da altri connazionali regolarmente soggiornanti, i quali avrebbero potuto testimoniare sulla sua identità”.

Fini, Mussolini, Berlusconi hanno dichiarato più volte nelle ultime settimane che questo pacchetto sicurezza non s’ha da fare. Ora che è scoppiata la polemica in seguito a questo caso che colpisce fortemente l’immaginario collettivo, anche i politici che erano rimasti muti (PD, tanto per citarne un gruppetto costantemente inerte) si stanno esprimendo in totale sfavore del pacchetto sicurezza.

E intanto, il pacchetto sicurezza magari non si farà, però è un dato di fatto che le persone senza permesso di soggiorno hanno paura di presentarsi in ospedale e la loro affluenza è sensibilmente diminuita in tutta Italia. D’altra parte, a quanto pare il loro timore è fondato.
Anche l’Ordine dei medici di Napoli, per bocca del presidente Gabriele Peperoni, ha definito «preoccupante» un episodio caratterizzato «da zelo eccessivo che rischia di innescare una spirale persecutoria e razzista ai danni di soggetti indifesi», oltre ad aver espresso un netto dissenso sui contenuti del pacchetto sicurezza.

[Fonti: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=53094&sez=HOME_INITALIA, http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=335335, http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/campania/news/2009-04-01_101279461.html, http://napoli.repubblica.it/dettaglio/clandestina-denunciata-dai-medici-dopo-il-parto-al-fatebenefratelli/1612026, http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/ivoriana-napoli/ivoriana-napoli/ivoriana-napoli.html]