L’Albertino

A casa nostra c’è una sola parola per definire questa distinzione, e si chiama razzismo: il consigliere comunale Ribolla, nel merito della proposta di benemerenza all’associazione Oikos ha pensato bene di bocciare la proposta per il semplice motivo che “l’associazione Oikos fornisce assistenza sanitaria anche a chi non ha il permesso di soggiorno e i clandestini non devono essere curati”.
Tralasciamo l’affermazione grottesca, ai limiti dell’indecenza e del populismo più triviale che offende i medici e il giuramento di Ippocrate, vorremmo solo chiedere a Ribolla perchè fa tanta fatica a definirsi razzista, evitando di nascondersi dietro a questioni burocratiche (permesso sì o permesso no).
Probabilmente Albertino è cresciuto nel piccolo mondo felice del Mulino Bianco, con il sedere nella bambagia, un mondo di suoi simili figli di papà biondini, carini e padani, dove non c’è spazio per chi è diverso.
Sentiamo il vuoto cerebrale di Ribolla che rimbomba fino a qui, probabilmente il suo carico di ideologia (duri studi sui primi discorsi di Bossi, sulle raffinate riflessioni di Miglio e sui fumetti di Thor) l’ha portato ad aprire la bocca e emettere suoni senza senso, per l’ennesima volta.