Salah Souidani assassinato in un CIE

La fonte di Peacereporter, inoltre, riferisce che i poliziotti lo hanno picchiato e che gli è stato detto di ‘andarsi a prendere le medicine al suo Paese‘. “Quando lo hanno dimesso dall’infermeria, prima che rientrasse nella stanza, lo hanno menato. Lo abbiamo trovato morto stamattina, nella sua stanza. Abbiamo chiamato i poliziotti, che si sono avvicinati e hanno cominciato a muoverlo, con i piedi. Poi lo hanno portato fuori”. Era dentro da soltanto due giorni e aveva ventiquattro anni.
Fabio Ciciliano, contattato successivamente, ha confermato la morte dell’algerino, smentendo tuttavia il fatto che la persona sia deceduta a causa di percosse. “L’uomo non ha 24 anni, ma 42 – ha detto Ciciliano – e non è stato picchiato dalla polizia. La causa del decesso è un arresto cardiocircolatorio. L’uomo è deceduto stamattina, dopo essersi sentito male durante la notte. Era tossicodipendente”.

La Croce Rossa italiana ha scritto nel referto medico che il ragazzo è morto di “cause naturali”. Noi non crediamo a un’organizzazione, la Croce Rossa, che vive del business delle “guerre umanitarie” e che gestisce i CIE e i CPT italiani, i lager dove i migranti vengono rinchiusi e privati di ogni diritto fondamentale. Non possiamo credere alla menzogna che vorrebbe Salah Souidani un tossicodipendente senza un’età e senza neanche il diritto della giustizia.