Mostri a Pasteur

Però come di consueto accade questa ineffabile testata fa pessimo giornalismo, non controllando la veridicità di quanto viene scritto e neppure prendendosi la briga di fare un po’ di controllo d’archivio, per lo meno per evitare grosse inesattezze storiche, cantonate e figuracce.

Ci sembra quindi opportuno fare un po’ di corretta informazione sulla storia e la realtà attuale di via dei Transiti 28.

Nel 1978, in un periodo in cui la fame di alloggi dà vita ad un forte movimento per la casa, con occupazioni di moltissimi stabili in tutta Milano, anche lo stabile di via dei Transiti 28, inizialmente destinato ad edilizia popolare dal piano regolatore e poi finito chissà come nelle mani delle immobiliari, che si preparavano a specularci sopra, viene occupato da famiglie e giovani.

Nel 1984 uno spazio su strada, utilizzato fino a quel momento solo dagli abitanti per uso sociale o per riunioni, viene “aperto” alla città da collettivi studenteschi e giovani del quartiere.

Nasce allora il Centro Occupato Autogestito, spazio che, ormai da più di un quarto di secolo (e non “da qualche anno”), ospita riunioni di collettivi cittadini, assemblee, iniziative politiche e di informazione, cene sociali, serate musicali, proiezioni, ecc…

Nel 1990 un altro spazio su strada, lasciato da diversi anni in stato di abbandono dal proprietario, viene occupato da un collettivo di donne che si occupa di diritto alla salute. Nel 1994 in quello stesso spazio, ristrutturato in modo idoneo a spese degli stessi occupanti, apre l’Ambulatorio Medico Popolare, un’associazione che da quindici anni si occupa di difendere il diritto alla salute per tutti, anche garantendo visite mediche a chi non può accedere al sistema sanitario nazionale; qualche anno dopo vengono attivati anche lo sportello del Telefono Viola, che si occupa di abusi psichiatrici, e il Consultorio Autogestito per la salute delle donne.>Nelle cantine trovano invece spazio sale prove per gruppi musicali, a costo zero.

L’occupazione dal 1978 ad oggi è sempre stata gestita collettivamente. Non c’è infatti nessun “racket” ma decisioni assembleari sull’assegnazione a nuovi abitanti degli appartamenti o delle stanze che via via rimangono vuoti – e che, sottolineiamo, sono occupati da OLTRE TRENT’ANNI.

In tutti questi anni le situazioni occupate (abitanti, collettivi politici e associazioni), insieme ai proprietari, si sono sempre fatte carico delle manutenzioni e dei costi necessari alla gestione della casa, dalle pulizie alle riparazioni. Lo stesso vale per il progetto di futura ristrutturazione dell’immobile, per il quale i coniugi Mura lamentano di dover pagare la loro quota.

Una parte degli occupanti, col tempo si sono via via regolarizzati, sia con contratti d’affitto, sia con l’acquisto degli appartamenti nei quali vivono.

Altri appartamenti, e lo stesso Ambulatorio Medico Popolare, verranno invece acquistati da soggetti esterni alla casa, immobiliari o privati, perfettamente a conoscenza della situazione della casa occupata ed intenzionati a realizzare la solita speculazione.

In questo meccanismo speculativo rientra anche l’acquisto dell’appartamento da parte di Pisoni padre, che era anche lui perfettamente consapevole del fatto che l’appartamento e buona parte dello stabile era occupato da molti anni. Aggiungiamo che gli occupanti hanno ripetutamente cercato un accordo con la famiglia Pisoni-Mura proponendo un affitto od un acquisto a condizioni eque, e si sono sentiti replicare che era in corso un tentativo di vendita a terzi a prezzi assolutamente speculativi.

Inoltre gli occupanti di Via dei Transiti non hanno mai minacciato nessuno dei proprietari. Anzi sono stati a loro volta minacciati, come nel caso di alcune operatrici dell’ Ambulatorio Medico Popolare, contro il quale il proprietario ha persino intentato una causa con l’accusa calunniosa di esercizio abusivo dell’attività medica e presunta vendita di farmaci scaduti, causa che ovviamente l’AMP ha vinto.

Anche il signor Mura ha ripetutamente minacciato di farsi giustizia da solo, in questi giorni anche dalle pagine del Gornale.

La campagna del Giornale, iniziata il 22 Gennaio contro la casa occupata di Via dei Transiti, si è poi allargata nei giorni successivi a tutti gli altri centri sociali e realtà occupate milanesi.

Per chi al contrario del Giornale e del suo padrone Berlusconi, continua a pensare che la salute sia un diritto per tutti, la casa una necessita’, e il bisogno di socialità non mercificata anche, difendere Via dei Transiti 28 e tutti gli altri spazi sociali e case occupate minacciate da sgomberi, è più che mai attuale ed importante.

INVITIAMO TUTTI E TUTTE A PARTECIPARE IN MASSA AL PRESIDIO CONTRO LO SGOMBERO DELL’AMBULATORIO E DI UN APPARTAMENTO DELLA CASA OCCUPATA DI VIA DEI TRANSITI 28

MERCOLEDI 10 FEBBRAIO DALLE ORE 5 DI MATTINA IN POI

Abitanti di Via dei Transiti 28, Ambulatorio Medico Popolare, C.O.A. T28, Consultoria Autogestita, Coll. Maistatezitte, Telefono Viola di Milano.

 

Rassegna stampa:

 

Donne che muoiono per abortire

Il secondo responsabile è chi ha approvato il maledetto “pacchetto sicurezza” e chi ogni giorno fomenta la campagna di odio e di paura che lo ha preceduto e lo accompagna. Grazie a tutti loro non avere un permesso di soggiorno è diventato un reato e, malgrado non sia stata cambiata la legge che tuttora VIETA di denunciare come irregolare chi si rivolge ad un ospedale per farsi curare, è passato fra i migranti il tam tam  della paura e sono sempre più numerose le persone che decidono di non farsi curare per timore di essere espulse, magari previo un “piacevole” soggiorno di qualche mese in un CIE.
Che le due donne fossero rumene non cambia il risultato: in molte regioni e ospedali, (in virtù del recepimento ambiguo di una norma europea ed in totale spregio ad una circolare ministeriale che poneva rimedio a questo delirio) alle donne neocomunitarie  che debbano interrompere la gravidanza viene ancora chiesto il pagamento dell’intera prestazione (800/1000 euri).
Ostacoli, paura, problemi economici: e così queste due donne come tantissime altre ogni giorno per poter abortire si sono avvelenate.
Che non si parli di suicidio, grazie.

La verità sul vaccino contro l’influenza suina

Il documento in questione è scaricabile anche dal sito dell’AMP cliccando qui.

Di seguito il commento del testo accompagnatorio del vaccino H1N1, licenziato dalla FDA americana.

Vengono riportati (tradotti) alcuni passi del documento, con sotto i relativi commenti del medico.

***

  • Pagina 4, Capoverso 1. Il vaccino anti A(H1N1) e’ stato sviluppato per pazienti di eta’ superiore a 4 anni.

E’ del 13/11/09 al GR1 la notizia che il vaccino e’ stato somministrato ad un nato prematuro.

 

  • Capoverso 2.2. Studi clinici sono tutt’ora in corso per ottimizzarne dosi e numero di somministrazioni.

Cio’ significa, per chi non è addett*, che gli studi di farmacocinetica e di farmacodinamica non sono stati completati. Non si sa in che modalità va assunto.

 

  • Pagina 5, Capoverso 3. La confezione multi dose da 5 ml contiene Thymerosal, un derivato del mercurio (!) come conservante. (nella confezione singola tale composto viene eliminato nelle ultime fasi di preparazione).

Da tempo si cerca di sostituire i derivati del mercurio con altri conservanti. Evidentemente la fretta non ha consentito che altri conservanti piu’ innocui , ma anche meno efficaci, venissero testati. Dal momento che le dosi singole vengono solitamente somministrate ai singoli cittadini e le dosi multiple alle comunita’ (militari, ospedalizzati, carcerati etc) forse si e’ voluto chiudere un occhio considerando i destinatari finali delle dosi multiple.

 

  • Pagina 6, Capoverso 6. REAZIONI AVVERSE. Il vaccino A(H1N1) e il vaccino stagionale FLUVIRIN, vengono prodotti secondo un processo simile. I dati di questa sezione si riferiscono al FLUVIRIN.

Beh, qui siamo al paradosso. Gli studi sul vaccino non sono stati effettuati probabilmente per spinte governative sulle autorita’ di controllo (FDA). Qui si afferma che dal momento che due vaccini (vecchia influenza stagionale e nuova influenza A(H1N1) sono stati sviluppati con un “processo industriale” simile, allora vengono presi per buoni i dati sugli effetti collaterali del vaccino dell’influenza stagionale. Mai , in altra occasione , l’FDA , che tra l’altro e’ severissima soprattutto con azienda non americane (come Novartis, Svizzera) avrebbe accettato una clausola del genere


  • Capoverso 6.1. Con il FLUVIRIN sono state rilevate severe reazioni anafilattiche.

Beh, se crediamo al capitolo precedente, allora possiamo dedurre che anche con il vaccino A(H1N1) ci saranno . O no?


  • Pagine seguenti: Seguono numerosi dati su reazioni avverse ed effetti collaterali del FLUVIRIN , molto interessanti, ma che nulla hanno a che vedere con il A(H1N1). Carta straccia, per allungare il foglietto di istruzioni. Sono tutti dati relativi ad un altro vaccino.

  • Pagina 12, Capoverso 8.USO IN GRUPPI DI POPOLAZIONE.Il vaccino A(H1N1) e il vaccino stagionale FLUVIRIN, vengono prodotti secondo un processo simile. I dati di questa sezione si riferiscono al FLUVIRIN.

Idem come sopra. Si parla ancora di un altro vaccino.

  • Pagine seguenti: Numerosi dati su reazioni avverse ed effetti collaterali sviluppati su:
    • Gravidanza
    • Allattamento
    • Paz . pediatrici
    • Paz. Geriatrici

Molto interessanti, ma che nulla hanno a che vedere con il vaccino A(H1/N1)


  • Pagina 13, Capoverso 13. TOSSICOLOGIA NON CLINICA. Ne’ il FLUVIRIN, ne’ il vaccino a(H1N1) sono mai stati valutati per potenziali effetti carcinogenici o mutagenici o per danni alla fertilita’.

Qui, sebbene i non addetti possano sussultare, abbiamo un brano purtroppo molto comune nelle istruzioni di farmaci e vaccini. Dal momento che gli studi di carcinogenicita’ e mutagenicita’ richiederebbero anni o decine d’anni (bisognerebbe infatti aspettare che si sviluppi un tumore negli eventuali volontari), semplicemente non si fanno e si vieta il farmaco alle donne incinte. Purtroppo nulla di nuovo sotto il sole.

 

  • Pagina 14. STUDI CLINICI. Tutti basati sul FLUVIRIN.

Qui il commento e’ piu’ sottile. Abbiamo visto prima che non sono stati fatti gli studi di tossicita’. Bene, avevano fretta, perdoniamo. Questo capoverso, invece, parla degli studi clinici (farmacodinamica) , cioe’ sempre per i non addetti, dell’ efficacia del vaccino nel proteggere contro l’influenza

Apprendiamo che neanche gli studi clinici sono stati effettuati (!!)  perciò non è provato che il vaccino funzioni . Si spera sempre che il vaccino a(H1N1) protegga contro l’influenza H1N1, tanto quanto il FLUMIVIR protegge contro la stagionale.

 

Riassumendo :

Di questo vaccino non sono stati fatti studi di efficacia e non sono stati fatti studi di tossicita’. Si suppone (si spera) che tali performances siano simili a quelle del vaccino stagionale, i cui studi sono stati fatti dal 1987 al 1998.

Questo e’ quanto afferma Novartis (produttore).

***

Dopo la lettura di questi commenti, alcune considerazioni:

Molte aziende farmaceutiche si vergognerebbero di pubblicare un simile documento.

Anche la Novartis, in un flebile sussulto di dignita’ (se puo’ esistere in una multinazionale Svizzera) ha fatto firmare una manleva al governo USA sull’uso del vaccino.

Non ci risulta abbia fatto lo stesso in Europa, forte del fatto che in USA una causa su eventuali danni la perderebbe, mentre in Europa no.

Pensiamo che i vaccini siano stati il piu’ grande risultato medico per l’umanità, perciò questo non vuole essere un invito a non usare più alcun vaccino. Tuttavia emerge il fatto che l’informazione è sempre parziale ed incompleta e non vengono dati strumenti sufficienti all’individuo per decidere cosa sia meglio per lei/lui.

 

 

Torture al Cpt di Lecce Regina Pacis, a rischio il processo a don Lodeserto

Stiamo parlando di una “vecchia” e brutta storia denunciata per la prima volta anche in ” Mare nostrum ” (un film inchiesta del 2003 che nessuna tivù, neppure la “mia” Rai, ha mai mandato in onda integralmente). I fatti: un Cpt fondato e retto dalla Curia salentina in provincia di Lecce, il “Regina pacis”, dove un prete dal nome inquietante (don Cesare Lodeserto) seviziò e torturò insieme ad otto carabinieri e ad un manipolo di aiutanti a libro paga della fondazione ecclesiale leccese, un gruppo di magrebini internati nel Cpt. La loro colpa era quella di chiedere perchè stavano rinchiusi da settimane dentro a quel luogo di pena e violenza e di cercare di scappare. Per questo furono picchiati, umiliati e torturati. Dopo averli pestati, ai nostri migranti musulmani in quel di San Foca, fecero ingoiare con l’aiuto dei manganelli di ordinanza pezzi di carne di maiale crudo in sprezzo alla loro religione. Li lasciarono per ore nudi all’addiaccio passando ogni tanto per regalargli qualche calcio, qualche sputo o altre diavolerie del genere. Così accoglievano i migranti in fuga da guerre e carestie alla “Casa Regina pacis”. Da quel Cpt infatti passarono negli anni, tra plausi e applausi e costruendo su quel luogo un ” eroico modello di accoglienza” poi esportato nella allora neonata Bossi-Fini. Ma la verità prima o poi viene a galla. E anche in quel caso al verminaio propagandato come “albergo a 5 stelle” fu tolto il coperchio anche grazie alla battaglia degli stessi magrebini torturati, di qualche avvocato e di un gruppo eterogeneo di cittadini leccesi che avevano a cuore il rispetti dei diritti umani e civili degli immigrati. Si aprì un processo, poi due, tre, quattro, anche su altri fatti che andavano dal sequestro di persona alla truffa. Il prete capobastone finì pure in galera per qualche settimana. Ma prima del carcere, per oltre un anno, il Cpt prima di essere chiuso continuò ad “accogliere” e incassare rette e finanziamenti di ogni genere. Quasi nessun giornale e nessuna televisione aveva mai dato spazio prima di allora allo scandalo, già pubblico, e su cui erano state presentate tra Camera e Senato decine e decine di interrogazioni parlamentari. Addirittura, per evitare che altri giornalisti impiccioni potessero scovare altre storiacce simili in altri Cpt italiani, l’allora ministro degli Interni Pisanu impedì ai giornalisti l’accesso in qualsiasi Guantanamo italiana: una vera e propria censura preventiva di governo all’informazione. Anche in questo caso quasi nessuno si lamentò, compreso l’ordine nazionale dei giornalisti. Ma questa è un’altra storia. Quello che ci interessa ora, invece, è l’epilogo del “caso Regina pacis”. Dopo circa tre anni arrivò il verdetto di primo grado. E dato che in Italia non esiste il reato di tortura, la condanna sancì “gravi violenze con sevizie e crudeltà ” per il prete e gli altri aguzzini di turno. Condanna lieve lieve per la gravità dei reati contestati (un anno e tre mesi), ma comunque condanna. Ora che il don Lodeserto fa “opere di bene” in Moldavia che nessuno controlla e che hanno ancora il sostegno della Curia di Lecce e persino finanziamenti pubblici (nonostante il prete capobastone si sia guadagnato sul campo anche l’interdizione ai pubblici uffici), il processo giace in Corte d’ Appello a Lecce. Una ennesima udienza dopo una serie corposa di rinvii sarà il 22 ottobre. Ma a tutto ciò c’è una spiegazione. Se questi continueranno ad essere i tempi della giustizia, in questo caso giustizia non si farà perchè il processo cadrà in prescrizione. Cancellato, come se nulla fosse successo. E allora questo appello va ai cittadini onesti e rispettosi dei diritti umani e della nostra Costituzione, leccesi, pugliesi, italiani. E a quei parlamentari o rappresentanti delle istituzioni, da Russo Spena a Nichi Vendola, da Dalla Chiesa a Beppe Giulietti e tanti altri, che ai tempi si impegnarono per fare chiarezza e ottenere giustizia. Chiediamo a tutti loro, anche in tempi così difficili per la nostra democrazia, la libertà di stampa e soprattutto per il rispetto dei diritti dell’uomo, se possiamo permettere che tutto ciò accada nel silenzio e nell’oblio generale.