care compagne/i, amic* e solidali
dopo l’ennesimo rinvio martedì saremo di nuovo davanti all’AMP ad affrontare il rischio sgombero.
In questi due mesi, nel contenzioso con la proprietà che ci costringe a fronteggiare lo sfratto esecutivo dal luglio del 2008, si sono aperti alcuni spiragli senza però ancora nulla di concreto per una soluzione positiva che ci permetta di rimanere nel nostro spazio a continuare l’attività che portiamo avanti da quasi diciotto anni.
Quindi il rischio rimane.
Vi invitiamo a portarci la vostra solidarietà e il vostro appoggio mercoledì 25 luglio a partire dalle ore 6 e per tutta la mattinata fino all’arrivo dell’ufficiale giudiziario.
Offriremo la tradizionale colazione resistente a tutti i fiancheggiatori, sperando che per l’AMP sia l’ultimo sforzo mattutino!
27/3/12 SFRATTO AMP – RISCHIO CONCRETO
Un mese fa proprietà, digos e fabbri hanno tentato di sgomberare l’ambulatorio medico popolare di Milano
Solo la prontezza di riflessi e la determinazione de* compagn* presenti ha evitato lo sgombero, ma abbiamo ottenuto solo un mese di rinvio e martedì 27 marzo ci riproveranno.
L’aria che tira è decisamente brutta per cui invitiamo tutt* a partecipare al presidio nel corso di tutta la mattinata fino all’arrivo dell’ufficiale giudiziario, a seguire le iniziative nella giornata precedente e a diffondere l’informazione il più possibile.
Ambulatorio Medico Popolare – Milano
PRESIDIO ANTI-SGOMBERO MARTEDI 27 MARZO DALLE ORE 6 DEL MATTINO DAVANTI ALL’AMBULATORIO POPOLARE DI VIA DEI TRANSITI 28
con inizio lunedi` sera: il C.O.A. T28 restera` infatti aperto tutta la notte per permettere a chi viene da fuori di dormire.
LUNEDI 26 MARZO DALLE ORE 18, PRESIDIO DAVANTI A PALAZZO MARINO
(…Comune di Milano!!! se ci sei batti un colpo!!!)
AMP-lifichiamo (sfidando il prossimo sfratto)
Il 27 febbraio aspettiamo l’arrivo dell’ufficiale giudiziario, per l’ennesimo tentativo di sfratto, sempre con richiesta di forza pubblica. Per l’occasione offriremo a tutti i solidali una colazione antifreddo con cioccolata calda, thè, caffè… biscotti.
Se otterremo l’ennesimo rinvio MARTEDÌ 28 diamo il via alle serate AMP-lifichiamo, ovvero: l’AMP apre le porte! un’occasione per conoscerci, scambiare idee, proporre collaborazioni. lasciare un contributo (che ci serve sempre, dato che il proprietario ci ha pignorato il conto corrente)
…e da marzo ripeteremo ogni 4° martedì del mese, sempre dalle 18!
Vi aspettiamo!
solidarietà
Solidarietà a Bobo Aprile e ai disoccupati di Brindisi arrestati il 12 ottobre 2011
Davvero pensano di zittirci in questo modo? Arrestare all’alba diciassette persone ben otto mesi dopo una protesta, per poi scarcerarle nella stessa giornata, rende evidente a chiunque che lo scopo è solo una brutale intimidazione. Contro persone che non si sono arrese alla negazione dei diritti, perchè i diritti si rivendicano e si conquistano. L’Ambulatorio Medico Popolare di Milano sotto sfratto esprime la più completa solidarietà a Bobo Aprile ed a tutti gli altri: non arrendetevi, teneteci al corrente degli sviluppi della vicenda, noi e molti altri non intendiamo lasciarvi soli in questa battaglia.
Perchè i diritti non si sfrattano
Ambulatorio Medico Popolare Milano.
Lettera alla Milano del “vento che cambia”
Perche’ mai l’unica legge che prevale sempre debba essere quella del profitto non lo capiremo mai.
Per questo non lo accettiamo, ma non chiediamo trattative o comodati o corsie preferenziali.
Chiediamo di prendere atto di quanto stia pesando nella vita delle persone il criminale cambiamento del sistema sanitario nella nostra regione da “servizio” ad “azienda”. Il che vuol dire, dalla riforma Formigoni del 2001, tanti e tanti soldi ai privati modello Clinica Santa Rita, che fanno affari d’oro, e per vecchi e nuovi italiani ticket onerosi, e chiusura progressiva di servizi di grande impatto sociale, consultori, area dell’handicap e del disagio psico-sociale, aids e tossicodipendenza… per migranti non in regola, si aggiunga l’impossibilità di accedere ai servizi di medicina di base.
Nel nostro quartiere multietnico (non ce ne vogliano i leghisti, è questo il futuro) vediamo anche la paura delle percosse nel corso dei rastrellamenti, paura della lunga prigionia nei CIE, paura dell’espulsione, la rabbia per le truffe in corso di sanatoria, per gli affitti da rapina a posto letto, per comportamenti razzisti e discriminatori in uffici e strutture sanitarie, e soprattutto per l’assoluta ricattabilità nel lavoro: la Bossi Fini non
è una legge sulla immigrazione, è una legge sul mercato del lavoro. Per tutto questo collaboriamo con gli avvocati del Punto San Precario, perchè anche la tutela legale gratuita è un diritto negato.
D’altra parte sappiamo che, se si vuole, si può: all’Ospedale San Paolo un ambulatorio per migranti senza tessera sanitaria, nato anche sotto l’impulso del nostro lavoro, garantisce un servizio importante, peraltro previsto dalla legge, con costi certamente inferiori a quelli richiesti dalle camionette, dagli sgomberi dei campi Rom, dalle retate sugli autobus, e porta le cure essenziali dall’ambito del volontariato a quello, più consono, del sistema sanitario pubblico. L’apertura di altre strutture simili è uno dei nostri obiettivi.
Un altro nostro obiettivo, non sembri strano, è quello di chiudere: lo faremo nel momento in cui a tutti e a tutte venga garantito il diritto alla salute.
A questa nuova giunta non chiediamo nulla per la nostra associazione e per i nostri collettivi ma abbiamo da porre sul tavolo tre richieste politiche:
1) garantire, per quanto compete al comune, i diritti fondamentali per tutti, lavorando per fare in modo che i servizi comunali siano adeguati per tutta la popolazione
2) fare un appello alla regione perchè venga garantita la medicina di base a tutti come già avviene in altre regioni italiane
3) alzare una voce istituzionale contro la vergogna che si ripete giorno dopo giorno nel CIE di Via Corelli dove ogni sorta di sopruso viene praticato su persone rinchiuse fino a 18 mesi solo per mancanza di un pezzo di carta, dove rivolte e pestaggi sono cronaca quotidiana da quando sono stati vietati i cellulari.
Non essendoci le condizioni politiche per chiudere resisteremo ancora una volta, e facciamo appello a tutta la città perchè ci aiuti a proseguire la nostra esperienza e la battaglia per uno stato sociale che garantisca a tutte le persone l’accesso gratuito al Servizio Sanitario e in generale la dignità ad accedere a tutti i diritti fondamentali
L’Albertino
A casa nostra c’è una sola parola per definire questa distinzione, e si chiama razzismo: il consigliere comunale Ribolla, nel merito della proposta di benemerenza all’associazione Oikos ha pensato bene di bocciare la proposta per il semplice motivo che “l’associazione Oikos fornisce assistenza sanitaria anche a chi non ha il permesso di soggiorno e i clandestini non devono essere curati”.
Tralasciamo l’affermazione grottesca, ai limiti dell’indecenza e del populismo più triviale che offende i medici e il giuramento di Ippocrate, vorremmo solo chiedere a Ribolla perchè fa tanta fatica a definirsi razzista, evitando di nascondersi dietro a questioni burocratiche (permesso sì o permesso no).
Probabilmente Albertino è cresciuto nel piccolo mondo felice del Mulino Bianco, con il sedere nella bambagia, un mondo di suoi simili figli di papà biondini, carini e padani, dove non c’è spazio per chi è diverso.
Sentiamo il vuoto cerebrale di Ribolla che rimbomba fino a qui, probabilmente il suo carico di ideologia (duri studi sui primi discorsi di Bossi, sulle raffinate riflessioni di Miglio e sui fumetti di Thor) l’ha portato ad aprire la bocca e emettere suoni senza senso, per l’ennesima volta.
Comunicato Consultoria Autogestita
Quando delle persone sono costrette a salire su una torre, e a restarci nonostante il freddo e le difficoltà, per richiedere quei diritti che dovrebbero essere garantiti ad ogni donna e uomo, perché il paese dove vivono e lavorano nega loro “per legge” la possibilità di una vita dignitosa; quando un medico che fa il proprio lavoro, prestare soccorso a chi ne ha bisogno, viene indagato come se fosse un pericoloso criminale, perché nel paese dove lavora la sanità non dev’essere nient’altro che un business riservato agli amici di chi ci governa; quando ciò che è “legale” non coincide più con ciò che è giusto, allora noi non abbiamo dubbi: queste intimidazioni non possono farci paura, perché sappiamo da che parte stare.
Tutta la nostra solidarietà ad Andrea!
Consultoria Autogestita