Intervento del 6 maggio 2014 al presidio NoCIE NoCARA

“L’Ambulatorio Medico Popolare di via dei Transiti è un’associazione che dal1994 porta avanti la battaglia in difesa del diritto alla salute, lottando per un’assistenza sanitaria di base gratuita per tutti e praticando una solidarietà militante perché il fenomeno migratorio non sia affrontato solo come un problema di pubblica sicurezza, ma come esperienza di vita che italiani ed europei in primo luogo sperimentano e hanno sperimentato.

Quest’anno compiremo i 20 anni dall’apertura del nostro ambulatorio, esperienza che tanto ha in comune con molte altre, come quelle del NAGA e di Oikos.

In Italia ai migranti privi di permesso di soggiorno viene negata la tessera sanitaria, quindi per curarsi possono solo richiedere un codice chiamato STP (Straniero Temporaneamente Presente). Questo codice garantisce l’accesso alle cure farmacologiche e specialistiche urgenti ed essenziali, ma non l’assistenza di base: questo comporta l’impossibilità di ottenere le prescrizioni per esami o visite e quindi di mantenere sotto controllo patologie croniche. La regione Lombardia delega ad associazioni di volontariato questo problema, non facendosene carico in alcun modo.

SI nega così il diritto all’accesso alle cure di prima soglia ad un gruppo di uomini e donne, che nell’impossibilità di ottenerle  seguendo un percorso sanitario “convenzionale” deve ripiegare su soluzioni di fatto di qualità inferiore, perché su base volontaria, e quindi con garanzie di professionalità e disponibilità relative. Si genera così una sorta di sanità di serie B, un accesso “dal retrobottega” alle cure mediche di base, indispensabili a tutti per garantire un’assistenza sanitaria continuativa e adeguata. Questo vale principalmente per i malati cronici, gli anziani e i bambini; questi ultimi due gruppi di assistiti solo da poco hanno trovato spazio nel SSN, anche se precario e poco garantito.

In questo scenario,l’assistenza sanitaria pubblica di base dipende dal permesso di soggiorno, che è a sua volta vincolato al possesso di un contratto e di un reddito lavorativo: questo spinge ad accettare condizioni di lavoro infime pur di conservare il permesso di soggiorno, un ricatto che trova la sua origine nelle leggi Bossi-Fini eTurco-Napolitano.

La nostra battaglia parte da qui, e date queste premesse, l’Ambulatorio Medico Popolare non può che sostenere la battaglia contro i CIE, che altro non sono se non dei lager di stato dove viene negato un altro diritto fondamentale, il diritto alla libertà.

L’Italia è un Paese senza memoria: ci siamo indignati per il naufragio del 3 ottobre e per il video che mostrava il trattamento di “disinfestazione” dei migranti nel CIE di Lampedusa, ci siamo indignati per la storia di Hellen e Joy, per i suicidi e le proteste delle bocche cucite, ci siamo puliti le coscienze alzando la voce da più parti per denunciare la vergogna di questi fatti. Passata l’indignazione, però, ci siamo di nuovo nascosti dietro parole come “centri di accoglienza” (CARA), per tacitare le nostre coscienze raccontandoci la bugia di strutture umanitarie dove ospitare temporaneamente i migranti, abbiamo ridato spazio e voce a politici e giornali che straparlano di “razzismo contro gli italiani” e di “emergenza migranti”.

Noi oggi siamo qui per fare in modo che la memoria non si perda, per ricordare che i CIE sono una vergogna e un abuso, per protestare, perché questo è l’unico modo per sperare che certi ignobili fatti non si ripetano.

Chiedere accesso alle cure mediche per tutti non significa solo lottare per il diritto alla salute, ma implica per noi sciogliere quel legame infido e infame che lega diritti, libertà, vita, lavoro, possibilità, sogni e aspettative ad un misero pezzo di carta, rilasciato da forze dell’ordine territoriali che nulla sanno di cosa voglia dire migrare o essere liberi, fisicamente e mentalmente.

Dobbiamo chiudere i CIE subito, chiudere i CARA subito, lasciare le persone libere di muoversi sulla terra, perché la terra è di tutti e non saranno i loro muri a fermarci o a dividerci.”

 

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Anche a Cinisello la legge sull’aborto è disattesa. Un’ intervista della Consultoria Autogestita per “La Città di Cinisello”.

Com’è cambiata la situazione delle IVG all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo?
Pubblichiamo con piacere il link di un’intervista della Consultoria Autogestita con Noemi Tediosi per “La Città di Cinisello”.

Ecco il link dell’intervista.

 

Presidio Martedì 6 maggio 2014 ore 18.30 davanti Prefettura di Milano Corso Monforte, 31


Presidio contro la riapertura del Centro di Identificazione e espulsione (CIE) e l’apertura del Centro Accoglienza Richiedenti Asilo (CARA) a Milano

 

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Promuovono: Accesso, A.I.Z.O. Rom e sinti sede nazionale di Torino, Anita Sonego Capogruppo Sinistra per Pisapia – Federazione della Sinistra, Antigone, Arci, ASGI – Lombardia, Associazione Casa delle Donne di Milano, Associazione Avanti Insieme, Associazione Garibaldi 101, Associazione UnAltroMondo, Associazione UPRE ROMA, Campagna LasciateCIEntrare, Casa per la Pace Milano, Ci Siamo Anche Noi – Pavia, Circolo Arci La Scighera, Comitato Intercomunale per la Pace, Convergenza culture, Coordinamento Nord Sud, Coro di Micene, Dimensioni diverse, Emergency, European Network Against Racism, Francesco Racchetti – Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà – Comune di Sondrio, Il Sindacato è un’altra cosa – Gruppo Milano, Le Radici e le Ali, Medicina Democratica, Milano Senza Frontiere, Lista Civica un’Altra Provincia, Naga, Nella Stessa Barca – Milano, No muos Milano, Partito Umanista, Rete Scuole Senza Permesso, Rifondazione Comunista Federazione di Milano, Sinistra Ecologia Libertà – Milano, Spazio Mondi Migranti, Studio3R, Terre des Hommes, Todo Cambia

 

“Mani sulla Sanità” di G.Bugani e D. Marzeddu

Diffondiamo questa iniziativa da produzionidalbasso:

documentario sui tagli nella sanità pubblica in Emilia Romagna.

Si cercano fondi da parte di cittadini e comitati per la pubblicazione!

Ecco il video promo .

Si tenta di affossare la Sanità Pubblica in Emilia Romagna. Pochi ne parlano e, in molti, lo ignorano. Chi sono i mandanti di queste politiche? Chi gli esecutori? I cittadini, che sorte avranno per la loro salute? E qual e’, a tutt’oggi, il ruolo del sindacato? Mani sulla Sanità e’ un documentario che cercherà di far luce su una delle scelte politiche più pericolose per i servizi pubblici che siano accadute negli ultimi anni. Un’opera di inchiesta pensata per l’opinione pubblica, unica vera vittima di questa manovra di tagli ai danni della Sanità Pubblica, perché, appunto, Pubblico è la parola che si aggira come un fantasma in mezzo alla nuova scena politica, che vede amministratori e direttori amministrativi crocifiggere la Sanità di tutti. Un lavoro documentaristico nato pochi mesi fa, dopo il grottesco annuncio di chiudere o eliminare alcuni servizi nei Poliambulatori di Bologna. Esistono, infatti, numeri e dati che ancora non vengono resi noti dagli amministratori della Regione Emilia Romagna, ma che, tuttavia, si stanno per palesare a tinte molto fosche . Mille, duemila, forse tremila posti letto da cancellare. Uno, dieci, venti, o forse più, Ospedali Pubblici da chiudere. E quant’altro ancora vi puo’ essere dietro la maschera del silenzio? Cosa possono fare i cittadini per difendere i propri diritti, le proprie conquiste, il proprio futuro? E’ difficile dirlo adesso e nemmeno nei prossimi mesi. Mani sulla Sanità ha, pero’, la presunzione di togliere e abbattere il muro di questo silenzio. Il documentario sta cercando finanziamenti da parte di cittadini e comitati.