Qualcuno crede che siamo alla fine di un percorso partito tredici anni fa, una follia in un mondo dove tutto si misura col denaro: un ambulatorio gratuito per il diritto alla salute.
Si trova nei locali, per quasi due decenni lasciati in totale abbandono, al piano terra della storica casa occupata in via dei Transiti 28, Milano.
3600 persone visitate, 30 visite gratuite ogni settimana, migliaia di ore spese da decine di volontari e volontarie. Il tutto con la spesa di poche centinaia di euro l’anno, autofinanziate e in totale indipendenza da partiti ed istituzioni.
L’AMP in questi anni ha inciso nell’abitare questa città fornendo visite mediche di base in sede e favorendo l’ accesso a visite mediche specialistiche presso associazioni, consultori e ambulatori con i quali costituisce, nell’area urbana milanese, una rete che garantisce prestazioni mediche a chi non può accedere al Sistema Sanitario Nazionale.
Inoltre, l’AMP aiuta i migranti senza permesso di soggiorno a esercitare il diritto di accesso alle prestazioni ospedaliere per urgenze o malattie gravi, come previsto dalla normativa vigente del Ministero della Sanità.
Questo è l’Ambulatorio Medico Popolare. Questo è quanto non capirà mai il sig. Ciro Bigoni che ha comprato i locali per poche lire nel 2003, solo per fare un buon affare a scapito di una battaglia che rivendica un diritto fondamentale, il diritto alla salute.
Aveva già provato a far causa con l’assurda accusa di esercizio abusivo della professione medica ed aveva ovviamente perso. Ora però chiede lo sfratto ed i danni, ed il tribunale gli dà ragione: deve poterci mettere il suo negozietto, obbligando chi gestisce l’ambulatorio a dover andare via entro il 15 luglio 2008 pagandogli oltre 14.000 euro di danni.
1000 euro per ogni anno passato a togliere le castagne dal fuoco ad uno stato imbelle ed ipocrita al punto da non applicare nemmeno le sue stesse leggi, in una regione dove non sono garantiti neppure i diritti fondamentali.
Perché mai la legge del profitto dovrebbe essere l’unica a prevalere.