La cura dovrebbe soddisfare un bisogno essenziale: l’accesso alle prestazioni dovrebbe essere universale, rapido e gratuito, e l’offerta di cura dovrebbe avere una distribuzione capillare sul territorio.
Tuttavia, nella società capitalista, tutte le politiche sanitarie sono basate sul profitto. L’accesso alle prestazioni richiede lunghi tempi di attesa e il pagamento di ticket elevati, il che spinge i pazienti verso le strutture private; la sanità territoriale, non producendo alcun profitto, è stata completamente smantellata, mentre tutti i percorsi di cura sono stati concentrati nelle strutture ospedaliere.
La pandemia ha solo reso più evidente questa contraddizione: i tempi di attesa si sono ancor più dilatati, favorendo ulteriormente il ricorso alla sanità privata; gli stessi presìdi per combattere la pandemia sono stati trattati alla stregua di merci, come i tamponi molecolari a pagamento. La mancanza di un filtro “territoriale” ha fatto sì che l’unica offerta assistenziale venisse offerta dalle strutture ospedaliere, che a oggi rappresentano un “nodo di diffusione” dell’infezione virale.
Consigliamo, per chi volesse approfondire, due testi base sul sistema sanitario in Italia